logo
1_app_anticorruzione
2_schemi_tipo
3_seminari
4_sportello_online
News
Anticorruzione: Nel Ddl sul «whistleblower» la tutela è prevista solo se riconosciuta la Buona Fede

 

10 febbraio 2016

Il disegno di legge sul whistleblowers  (letteralmente «soffiatori di fischietto») che regolamenta e definisce il meccanismo delle segnalazioni illeciti nel settore pubblico, è  passato in prima lettura alla camera lo scorso 21 Gennaio e ora è in attesa d’esame da parte del Senato. Due le novità rilevanti rispetto la normativa vigente: l’introduzione del requisito di buona  fede e l’ estensione del meccanismo delle segnalazioni anonime anche al settore privato. Per quanto riguarda l’applicazione del whistleblowers nel settore pubblico, il disegno di legge introduce il principio della «buona fede» in un’ottica di responsabilizzazione del dipendente che, per beneficiare delle tutele, deve effettuare una «segnalazione circostanziata nella ragionevole convinzione, fondata su elementi di fatto, che la condotta illecita segnalata si sia verificata», fermo restando che la buona fede è comunque esclusa qualora il segnalante abbia agito con colpa grave. Tuttavia, sono previsti anche ulteriori deterrenti alle segnalazioni non veritiere, per le quali il segnalante va incontro ad un procedimento disciplinare dall’ente di appartenenza che potrà persino, sulla base di quanto previsto dai contratti collettivi, licenziare per giusta causa La proposta di legge stabilisce, inoltre, specifici limiti alla rivelazione dell’identità del segnalante che – in linea di principio – deve rimanere segreta. Infine, nel disegno di legge si evince anche la volontà di voler estendere il meccanismo anche ai dipendenti degli enti di diritto privato sottoposti a controllo pubblico nonché, più in generale, ai collaboratori o consulenti, con qualsiasi tipologia di contratto o di incarico, e persino ai lavoratori e ai collaboratori delle imprese che forniscono beni o servizi e che realizzano opere in favore dell’amministrazione pubblica.

Qui il Disegno di Legge sul whistleblowers

Ultimi Articoli

Anac: Inconferibilità e delle incompatibilità d incarichi amministrativi

  Con  delibera n. 833, l’ Anac ha stilato precise  Linee guida relative all’accertamento delle inconferibilità e delle incompatibilità degli incarichi amministrativi da parte del responsabile della prevenzione della corruzione, nonché all’Attività di vigilanza e poteri di accertamento dell’ANAC in caso di incarichi inconferibili e incompatibili. Tale compito è stato conferito all’Anac dall’art. 16 del decreto n. 39/2013 ai sensi del quale l’Autorità «vigila sul rispetto da parte delle amministrazioni pubbliche, degli enti pubblici e degli enti di diritto privato in controllo pubblico, delle disposizioni di cui al presente decreto, anche con l’esercizio di poteri ispettivi e di accertamento di singole fattispecie di conferimento degli incarichi» ed è, inoltre, competente al rilascio «di pareri obbligatori sulle direttive e le circolari...

Continua...

Relazione annuale Rpct: Pubblicazione differita al 31 gennaio 2024

Per consentire ai Responsabili della Prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) di svolgere adeguatamente tutte le attività connesse alla predisposizione della sezione anticorruzione e trasparenza del PIAO o dei Piani triennali di prevenzione della corruzione e della trasparenza, anche quest’anno l’Autorità, con il comunicato del presidente dell'8 novembre 2023, ha prorogato al 31 gennaio 2024 il termine ultimo per la predisposizione e la pubblicazione della Relazione annuale che i RPCT sono tenuti ad elaborare. Per la redazione della relazione, i RPCT si avvalgono della Scheda per la relazione annuale del RPCT 2023 pubblicata sul sito di ANAC. La relazione va poi pubblicata sul sito dell'ente all’interno della sezione “Amministrazione trasparente”/”Società trasparente”, sotto-sezione “Altri contenuti - prevenzione della corruzione”.

Continua...

Comunicato Trasparenza: Obblighi di pubblicare gli emolumenti dei dirigenti

Con comunicato dello scorso 8 novembre ANAC ha confermato gli obblighi di pubblicare gli emolumenti complessivi a carico della finanza pubblica percepiti dai dirigenti. La recente ordinanza resa dal  Tar Lazio (19 settembre), che ha sollevato questione di legittimità costituzionale della materia davanti alla Consulta nei confronti dell’art. 14, co. 1-ter, del d.lgs. 33/2013 «non ha infatti alcun effetto sospensivo». Qui Comunicato del 08/11/2017          

Continua...