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L’abuso del whistleblowing può condurre al licenziamento – Da Leautonomie.it
10 settembre 2024

L’abuso del whistleblowing può condurre al licenziamento, a cura di Rossella Manzo

C’è un confine sottile che separa l’uso dall’abuso della disciplina del whistleblowing, istituto che tutela i dipendenti che segnalano le condotte illecite, anche non penalmente rilevanti, di cui siano venuti a conoscenza in occasione dello svolgimento dell’attività lavorativa.

Se, da una parte, è ormai noto che la ratio dell’apparato normativo in materia è quella di impedire che il soggetto segnalante possa subire effetti ritorsivi, dall’altra non può negarsi l’altrettanto rilevante necessità di evitare la strumentalizzazione della segnalazione, che potrebbe essere il mezzo per attuare intenti diffamatori nei confronti di figure sovraordinate o per esercitare illegittime forme di pressione per tornaconto personale.

Sul tema è tornata di recente la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17715 del 27 giugno 2024, che ha dichiarato legittimo il licenziamento del dipendente pubblico che abusi della disciplina del whistleblowing, asservendo la segnalazione a scopi di carattere personale, come il portare avanti contestazioni e rivendicazioni nei confronti di superiori.

Il caso sottoposto all’attenzione degli Ermellini riguardava la vicenda della dirigente di un Istituto pubblico, che aveva inoltrato, a svariati destinatari, e senza curarsi di restare anonima, una segnalazione con la quale muoveva pesanti e ingiustificate accuse nei confronti del Direttore della sede di Roma1 dell’istituto stesso.

 

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